giovedì 22 gennaio 2009

Ballando sulle ceneri di Deejay


Sono finalmente usciti i dati audiradio ufficiali per il 2008- Per l'emittente per cui lavoro è andata benissimo, siamo primi nella nostra zona e il direttore sta pensando seriamente di spedire una banana gonfiabile, con su scritto il numero dei nostri ascoltatori nel giorno medio, ai responsabili delle altre emittenti limitrofe.

Ma a livello di network ciò che balza all'occhio è il crollo di Radio Deejay, superata in classifica da RTL e RDS. La notizia mi fa veramente piacere, non tanto per RTL (che non ascolto da anni, e anche quando lo facevo mi limitavo a Federico l'Olandese Volante) o per RDS (che è in assoluto la radio che detesto di più al mondo), ma perché finalmente l'involuzione e l'arroganza di Deejay, la mia ex emittente preferita, è stata certificata. Io sono un ex fedelissimo ascoltatore di Deejay, grazie alla quale negli anni '90 (in un'epoca in cui non esisteva il download selvaggio e per farti una cultura musicale dovevi COMPRARE i cd e trovare programmi di nicchia alla radio) mi sono creato una discreta cultura musicale mainstream. Oggi al massimo puoi farti una cultura di gossip e programmi televisivi.

Ricordo ancora che i Pizzicato Five li ascoltai per la prima volta di pomeriggio nel programma di Marco Biondi, che li presentò spiegando “so che non stiamo parlando degli U2, ma gli ascoltatori più attenti si ricorderanno che li abbiamo già trasmessi”. Mi si aprì un mondo, quello della musica pop giapponese, le Cibo Matto, i Cosa Nostra, Fantastic Plastic Machine, Cornelius etc.

C'era il programma di Linus (non ancora votato al cazzeggio senza freno) in onda al sabato pomeriggio che faceva ascoltare i brani utilizzati nelle pubblicità (una delizia, all'epoca si usavano veramente dei gran bei pezzi, conobbi Kate Bush con uno spot, non mi ricordo più di quale prodotto ma era qualcosa di dolce), uno spazio alle cover particolari (mi entusiasmai per la versione di “I'm your boogeyman” di K.C. & The Sunshine Band rifatta dai White Zombie, mentre non sapevo che “Heaven For Everyone”, uno degli ultimi brani cantati da Freddie Mercury, fosse un pezzo già inciso dalla band di Roger Taylor, il batterista dei Queen), e un altro spazio dedicato alle classifiche americane, dove spesso si ascoltavano remix molto diversi dal gusto eurodance portato avanti dall'emittente.

Non passavo pomeriggio senza ascoltare il Deejay Time con Albertino, Fargetta, Molella, Prezioso e Giuseppe, non c'era week-end senza la Deejay Parade e il quadernino su cui scrivere le posizioni. Ho sempre ascoltato volentieri Paoletta (liquidata da Linus come un personaggio non di primo livello in un'intervista rilasciata a “Millecanali” qualche anno fa, un'intervista che mi fece odiare in maniera definitiva il vecchio che mi ammorba tutte le mattine raccontandomi i fatti suoi), Gigi Ariemma, Mila e Marco Baldini.

Oggi Deejay è diventato un fastidioso chiacchiericcio portato avanti da personaggi televisivi talvolta anche di serie Z, una continua appendice di programmi televisivi infimi, che trasformano la radio in una ripetizione stanca della televisione più brutta che si produce oggi.

Linus ho smesso di ascoltarlo dopo le polemiche con Fabio Volo e Albertino (e come ho scritto su anche grazie a quell'intervista a “Millecanali”), non mi interessa nemmeno ascoltare Savino di cui ormai sono strasazio grazie alla sua bulimica presenza in televisione. Albertino lo ascolto in streaming, perché la sera la radio non l'accendo più nemmeno per Bertallot, e se lo faccio è solo per interessi personali (leggasi marchette nelle trasmissioni di amici), mentre Platinette, il Trio Medusa e anche Fabio Volo (ma solo perché va in onda mentre sto lavorando) sono stati cannati da diversi anni. Il pomeriggio non so nemmeno chi c'è, dall'estetista mi è sembrato di riconoscere La Pina e ho chiesto che venisse cambiata frequenza...

C'è ancora la Littizzetto? C'è stato un periodo in cui la seguivo molto, e così potei notare che il presunto genio comico non faceva altro che riciclare le stesse battute tra tv, radio e libri. La perdono solo perché una volta ho fatto un sogno erotico su di lei veramente estasiante.

Riguardo la musica da discoteca non gradisco molto i programmi di Joe T.Vannelli, amo ancora i programmi di Albertino (la musica che manda un po' di meno, ma vabbè), e mi è piaciuto molto il “Bob Sinclar Show”, che però ho dovuto metter da parte per mancanza di tempo.

Se un giorno Deejay smetterà di compiacersi, metterà da parte la televisione e ricomincerà a puntare sulla musica e non sul basso umorismo forse ricomincerò ad ascoltarla, nel frattempo mi nutro della loro infelicità.

lunedì 19 gennaio 2009

Preferisco Berlusconi a Dio




Questa coraggiosa affermazione è uscita dalla mia bocca durante un dibattito che vedeva coinvolti me e mia madre senza moderatore, all'ora di pranzo. La donna che mi ha donato la vita raccontava che durante il mercato domenicale è stata avvicinata da un russo che ha cominciato a parlarle nel suo idioma scambiandola per una connazionale (d'altronde mia madre è alta un metro e novanta, è biondissima e da ragazza faceva la fotomodella). Dopo aver capito che la mia genitrice non mastica molto il russo, le si rivolge in italiano indicandole la via della salvezza dell'anima, ovvero il culto dei testimoni di Geova. Nel tentativo di persuadere la mia madre peccatrice, il russo dipingeva uno scenario futuro in cui un giorno Dio prenderà il posto dei nostri attuali regnanti. Niente di nuovo, è la solita solfa dei malati di religione che aspettano da duemila anni il ritorno di Cristo (probabilmente per cancellare le puntate di “Ally McBeal” come accadeva in un episodio di “Futurama”), ma il tentativo di smuovere le coscienze ridimensionando i veri protagonisti della pop culture italiana mi è nuovo. Si sa che noi italiani diamo veramente troppa importanza alla politica, ma siamo veramente così adoranti verso personaggini squallidi come i nostri governanti al punto che un predicatore proveniente da una terra straniera li vede come una minaccia per la fede?

Ed è qui che me ne sono uscito con quella frase, perché tra i due è indubbio che preferirei il Berlusca. Sia Dio che il biscione tendono all'assolutismo, si smentiscono in continuazione, stanno sempre in televisione a dire le stesse cose ed entrambi godono dell'appoggio incondizionato di Carlo Giovanardi, ma Silvio è un uomo e come tale gli capita anche di ammettere, nei suoi rari attacchi di onestà intellettuale, di avere torto e ogni tanto sembra addirittura che si riesca farlo ragionare. Silvio si aggiusta sempre i cazzi suoi, ma almeno ci fa divertire: tette e culi in televisione, barzellette sporche, l'acquisto di fenomeni come Roque Junior, N'Gotty, Josè Mari e del lavapiatti “amico” di Seedorf per il Milan, le attesissime foto di lui che gioca coi nipoti (i figli di Marina) su “Chi” e così via...

Le divinità giudaiche ci chiedono solo di soffrire e pentirci di tutto, condizionano le nostre scelte perché fin da bambini sentiamo storie su esseri superiori sadici e vendicativi che non vedono l'ora di far arrostire le nostri carni per sempre all'inferno, invece Berlusconi potrà fare tanti danni, ma non è eterno, e quindi se proprio dovessi scegliere mi tengo il nano.

domenica 18 gennaio 2009

Film visti dal 5 all'11 gennaio 2009





Dal tramonto all'alba*: lo ricordavo molto più interessante. Sarà che quando lo riguardavo in continuazione ero un adolescente che veniva da anni di cinema mainstream e pallosissimi film d'autore (Zhang Yimou, Agnieszka Holland, Franco Zeffirelli, tutta gente che oggi impiccherei a un albero di Natale) e una roba del genere al confronto era una bomba. Rivisto oggi mi è sembrato molto meno divertente, ed ho addirittura trovato esagerato il turpiloquio dei dialoghi (di Quentin Tarantino). Nonostante questi difettucci resta un gioiellino, film d'azione pura con alto tasso di delirio splatter e dialoghi tutto sommato fin troppo costruiti per un film horror che punta più alla macelleria che al cerebrale. Inutile aggiungere che il cast è superlativo: George Clooney, Quentin Tarantino (per Mereghetti nel miglior ruolo della carriera), Juliette Lewis, Harvey Keitel, Salma Hayek (anche se nel suo ruolo preferisco Ara Celi), Fred Williamson e Tom Savini. Cheech Marini interpreta ben tre ruoli, mentre non manca Danny Trejo, che apparirà in tutti i film della saga.

Il trailer di "Dal tramonto all'alba"

Dal tramonto all'alba 2: più che del primo film sul Titty Twister, questa pellicola sembra più imparentata con “Scream”, difatti il regista prende la strada dell'horror pieno di cliché che tenta di prendere in giro il genere (tant'è che inizia con una sequenza di un film horror che il protagonista Robert Patrick sta guardando alla tele). Sarà una buona idea tentare di rapinare una banca situata in Messico vicino al famoso locale in cui si ritrovano i vampiri messicani? Che il regista Scott Spiegel sia un amico di Sam Raimi è una cosa facilmente constatabile, basterebbero le sequenze delle liquefazioni dei vampiri e la presenza di Bruce Campbell nel solito ruolo marginale. Divertente ma non certo all'altezza degli altri due.

Dal tramonto all'alba 3: probabilmente è quello che mi è piaciuto di più dei tre, mi è difficile resistere a uno spaghetti western spruzzato di horror vampiresco e splatter. Azzeccatissimo il cast, su tutti la scelta di prendere Sonia Braga, sensualissima matrona del Titty Twister, ma meritano complimenti anche Michael Parks, Ara Celi (come mi faceva notare Francesco Massaccesi, qualcuno se la ricorderà per la sua presenza in una puntata di “Buffy”, nel ruolo della mummia Inca che per sopravvivere succhia l'energia ai ragazzi di Sunnydale), Marco Leonardi e Temuera Morrison. L'unico che non ho apprezzato è Orlando Jones, ma quella è una mia guerra personale contro un certo stereotipo di comico nero. Danny Trejo invece risulta addirittura simpatico, chissà se lo è anche dal vivo. Scrive Alvaro Rodriguez assieme al cugino Robert.

Attenzione al finale nascosto dopo i titoli di coda

Il trailer di "Dal tramonto all'alba 3"

C'era una volta in Cina e in America: film orrendo nonostante l'impegno di Tsui Hark (produttore, soprannominato “lo Spielberg d'Oriente”) e la regia di Sammo Hung (noto in Italia come il panciuto protagonista della serie televisiva “Più forte ragazzi”). Si tratta di uno dei numerosi sequel di “C'era una volta in Cina”, e questo spiega perché non si perde troppo tempo ad approfodnire i personaggi. Questa volta le vicende di Wong Fei Hung/Jet sono ambientate in un contesto western, e generalmente i film che mischiano kung fu e western non mi entusiasmano, salvo “Pallottole cinesi” che almeno è divertente. Gli intenti parodistici mi sembrano evidenti, ma nonostante questo il film non fa ridere quando vorrebbe far ridere, ed è troppo ripetitivo nelle scene di combattimento. In compenso ho apprezzato la spalla statunitense (Jeff Wolfe) di Jet Li, se non altro perché è vagamente somigliante a CM Punk.

Il trailer di "C'era una volta in Cina e in America"

La creatura del cimitero: film del 1990 tratto da un racconto di Stephen King. Sinceramente mi è sembrato banale e recitato male, tanto che viene stroncato da Leonard Maltin che gli dà il voto più basso che può (BOMBA, ovvero film orrendo), mentre Massimo Lavagnini lo salva nella guida horror “35 millimetri di terrore” parlando di “...un film semplice nella trama ma efficace nelle scene d'azione, e che si avvale di scenografie da cui trasudano fango, sudore e sangue”. Effettivamente le scenografie si salvano, assieme alla recitazione dei topi, ma per il resto è un film senza infamia e senza lode.

Il trailer di "La creatura del cimitero"

Scream*: è il film horror che amo di più, adoro i giochini pseudo-cinefili che Williamson (sceneggiatore, anche ideatore del serial “Dawson's Creek”) e Wes Craven (regista) disseminano nel film, la realizzazione di un film horror coerente prendendo in giro tutti gli stereotipi del genere. Difficile elencare tutti i pregi del film in poche righe, diciamo che i primi minuti (l'omicidio di Drew Barrymore e fidanzato) potrebbero far morire d'infarto, e che le uniche pecche si vedono solo nel finale. Appaiono non accreditati Henry Winkler (il preside) e Linda Blair (la giornalista stronza come scrive Mereghetti, Craven e la Blair si conoscono dai tempi di “Summer Of Fear”).

Il trailer di "Scream"

Scream 2*: meno coerente e più sfilacciato del primo film. Craven e Williamson ci credono e tentano di costruire un sequel più interessante del capostipite (la scena nell'aula della facoltà è una dichiarazione di intenti?), ma ci sono troppi omicidi e il movente è veramente misero. Cast pieno di divi televisivi, tra cui Jerry O'Connell (“il mio amico Ultraman”, e più avanti “Crossing Jordan”), Laurie Metcalf (“Pappa e ciccia”), Sarah Michelle Gellar (“Buffy”) e Portia De Rossi (futura star di “Ally McBeal”, e soprattutto futura principessa delle lesbiche hollywoodiane).

Il trailer di "Scream 2"

Scream 3*: L'ho rivisto per la seconda volta dopo sette anni, e continua a non entusiasmarmi. Troppo parodistico, troppo ruffiano verso i cinefili dell'horror, . Comunque stavolta l'assassino se la prende con il cast del film “Stab 3”, ispirato ai delitti di Woodsboro, di cui fanno parte anche Jennie McCarthy (il suo omicidio e i suoi dialoghi sono una delle poche cose interessanti del film). Diverse comparsate eccellenti: Roger Corman è il direttore degli studi, Carrie Fisher (la principessa Layla di “Guerre stellari”) è una dipendente della Sunrise, Kevin Smith (il regista di “Dogma”) e Jason Mewes riprendono i loro personaggi di Silent Bob e Jay . Il poliziotto che aiuta Sydney è invece Patrick Dempesey, futura star di “Grey's Anatomy”.

Il trailer di "Scream 3"

lunedì 12 gennaio 2009

Soccorriamo i pipistrelli



Questo volantino mi è arrivato sull'e-mail dell'ufficio, magari a qualcuno potrebbe interessare.

Per carità, massimo rispetto a chi si impegna così tanto per salvaguardare l'ambiente e le fauna, ma un corso di soccorso sui pipistrelli non mi sembra proprio molto accattivante, a meno che non ci siano Batman o Dracula come testimoni.

Chissà se chi parteciperà a questi corsi ha mai visto film tipo questo

martedì 6 gennaio 2009

Film visti e rivisti dal primo al 4 gennaio 2009

Film visti e rivisti nella prima settimana del 2009:

About A Boy*: adoro questo film, mi torna in mente in continuazione perché, per quanto sarebbe bello negarlo, i due protagonisti hanno veramente tanto in comune con me e con i nerd depressi come il sottoscritto. Destreggiarsi tra l'edonistica e iperindividualista visione della vita del personaggio di Hugh Grant e quella forzatamente ottimistica di Marcus, interpretato da Nicholas Hoult (futuro protagonista delle serie tv "Skins", che infatti contiene anche una citazione del film) due perdenti simili ma che sembrano diversi, è purtroppo una croce continua. Quante volte mi sono messo a pensare che la mia vita sia un'inutile sequenza di unità come quella del protagnista del film?
Al di là della mia esperienza il film è molto gradevole, eliminate le scene in cui cantano "Killing Me Softly" (essenziali per gli sviluppi della trama, ma veramente terribili), Hugh Grant coi Weitz dà sempre il meglio anche se ne esce sempre a pezzi, mentre l'unico personaggio che forse non si riesce ad apprezzare fino in fondo è quello di Toni Collette, madre depressa ed egocentrica, anche se in maniera differente a quella di Grant, che però viene presentata come personaggio quasi positivo. I testi, soprattutto i pensieri fuori campo di Hugh Grant, rimangono la vera forza del film.
Il trailer del film

La carica dei 101: Macchia, un eroe a Londra: è una delle poche cose della Disney che mi sia piaciuta. Macchia è uno dei figli di Pongo (si chiama così per via di una macchia nera vicino a un occhio), è il più sfigato della cucciolata e, soprattutto, ha crisi esistenziali che farebbero ricco un buon psicoterapeuta. Quando viene dimenticato a Londra dai padroni e dai genitori che si stanno trasferendo in campagna, Macchia incontra Fulmine, cane attore di un telefilm di cui Macchia è fan sfegatato (tanto da citare a memoria gli episodi), e con lui tenteranno di salvare il resto della famiglia minacciato dalla solita Crudelia De Mon. L'idea di nerdizzare ancora di più il consueto protagonista sfigato dei lavori della Disney mi ha divertito, e anche se le situazioni sono sempre le solite l'ho guardato dall'inizio alla fine senza annoiarmi.

Lilli e il vagabondo 2: al contrario del film precedente questo non mi è proprio piaciuto, troppo banale e troppo moralizzante. Non mi va di scrivere altro.

Dracula's Legacy - Il Fascino Del Male: ennesima variante sulla leggenda del conte Dracula, stavolta "rubato" a uno dei discendenti di Van Helsing (Christopher Plummer) e libero di scorazzare per New Orleans e soprattutto in un negozio della Virgin che è il vero protagonista del film (vi lavorano anche due protagoniste dell'opera). Dracula dopo aver vampirizzato la banda di ladri che lo ha incautamente liberato (di cui fanno parte anche Danny Masterson, Jennifer Esposito e Omar Epps), va alla ricerca della figlia del discendente di Van Helsing, che porta nelle vene il suo stesso sangue che il mummifico Plummer si inietta per vivere più a lungo. Ad aiutare Van Helsing c'è anche il suo aiutante Johnny Lee Miller, non ancora orrendamente stempiato, nel ruolo di uno sgangherato cacciatore di vampiri molto improvvisato. C'è anche un finale mistico e un po' consolatorio, che sinceramente stona col resto del film, ma che almeno non è scontato. Nel cast anche Jeri Ryan, nel cuore di tutti i fan di "Star Trek" per il ruolo del borg dalla tutina attillata Sette di Nove nella serie "Star Trek Voyager". Prodotto in maniera piuttosto compiaciuta da Wes Craven.
Il trailer del film

Mortal Kombat - Distruzione Totale: seguito dell'immenso "Mortal Kombat" film che ha segnato la mia preadolescenza e che non rinnegherò mai! La prima cosa che salta all'occhio è che gran parte del cast non è lo stesso del primo film, Sonya Blade, Johnny Cage , Jax Briggs e Lord Rayden cambiano interprete e l'assenza che si nota di più è soprattutto quella di Christopher Lambert, anche se l'altro veterano James Remar se la cava piuttosto bene nel ruolo del giogioneggiante Rayden, il dio dei fulmini. La trama parte esattamente da dove si era fermato il primo film (che effettivamente aveva un finale aperto, l'unica cosa che non avevo digerito di quella pellicola), Shao Kahn invade la Terra e la unisce ad Outworld rifiutando il verdetto del precedente Mortal Kombat, e da lì parte la solita sfilza di incontri al ritmo di incessante musica techno (c'è anche un pezzo degli Scooter, "Fire"). Finale scontatissimo e anche fin troppo sdolcinato e nonostante belle locations e buoni effetti speciali il film stanca, anche prima del precedente che almeno aveva qualche momento un po' ironico che serviva a sdrammatizzare.
Il trailer del film

Mortal Kombat - Il Mito: in realtà non è un film, ma la compressione dei primi due episodi della serie tv "Mortal Kombat: Conquest". Fortunatamente i due episodi in questione sono legati l'uno all'altro (non come "Il Corvo - La resurrezione" che in realtà sono due episodi della serie tv "The Crow: Stairway To Heaven" che però hanno due trame distinte), e quindi risulta un'operazione accettabile anche se sempre un po' discutibile. Comunque è noiosissimo lo stesso, l'idea di dare spessore e un passato a personaggi creati per un videogioco non mi entusiasma, e la conseguenza del fatto che si tratta dei primi due episodi della serie, causa che la battaglia tra il bene e il male non ha una fine e viene rimandata, così come nel finale iniziano situazioni che avrebbero avuto uno sviluppo negli episodi successivi e che qui rimangono mutilate. Musiche, locations ed effetti speciali non sono all'altezza dei due film della serie, la recitazione e i combattimenti sono invece accettabili. Gli appassionati del videogioco possono vederlo, gli altri farebbero bene a starne alla larga.
Il trailer della serie (su youtube credo che sia presente tutta, ma in inglese ovviamente)

lunedì 5 gennaio 2009

Reality Amarcord #1: Renato Pavesi del Grande Fratello ungherese

Mi scoccia un po' stare sempre a caricare i video da youtube, ma la voglia di scrivere qualcosa di più impegnativo è poca, e la voglia di caricare video originali pure, anche perché il videoregistratore e il dvd-recorder stanno sempre occupati a registrare qualche cult notturno o qualche fregnaccia di Fred Olen Ray.

Comunque volevo ricordare agli appassionati di reality il "buon" Renato, concorrente di origini italiane del Grande Fratello ungherese, vera star di youtube grazie a un video mandato in onda dalla Gialapp'as Band all'interno di un "Mai dire Grande Fratello" di qualche anno fa.

Normalmente direi che Renato è un maleducato, non mi piacciono le persone che bestemmiano, pur essendo agnostico e ostile alle religioni, ma oggi sono incazzato e vedere un tizio che prende il microfono in diretta tv come se stesse per svelare il segreto della vita eterna e poi snocciola un bestemmione dietro l'altro con tanto di pubblico in delirio, beh, oggi mi fa ridere di cuore.

Godetevelo, e non lamentatevi sempre della tv italiana:



Se a qualcuno interessa il ragazzo ha anche un canale su youtube, un sito internet e un fans club su facebook e di mestiere sembra che faccia il chitarrista, anche con una certa bravura.

domenica 4 gennaio 2009

Coccodrilli di inizio anno

Eartha Kitt: in realtà non so molte cose di lei, conosco solo qualche canzone e so che in passato era stata una delle interpreti di Catwoman nel Batman televisivo degli anni '60. Di lei ricordo soprattutto un aneddoto raccontato da Marino Bartoletti e Paolo Limiti su "TV Sorrisi e Canzoni" nel 2004, che riguardava la sua partecipazione a Sanremo nel 1968. Lei si sarebbe esibita in coppia con Peppino Gagliardi cantando "Che vale per me", ma pare l'autore della canzone Carlo Alberto Rossi quando la vide cominciò a sbiancare in volto e a inveire contro di lei, per via del suo modo fin troppo esuberante di apparire. Lei si offese molto, ma alla fine partecipò alla gara.

Edmund Purdom: sono rimasto abbastanza sorpreso di vedere un coccodrillo su di lui (sentito ma un po' falso, almeno su certe date) addirittura durante il TG1. Devo dire che di Purdom conosco soprattutto i film italiani, non propriamente i più belli (tipo "Rosso sangue", "2019 dopo la caduta di New York" o "Fracchia contro Dracula") e non sono mai riuscito a trovare nemmeno "Non aprite prima di Natale", l'unico horror da lui diretto, però mi capitava spesso di ascoltare notizie su di lui da altri amici che lo conoscevano bene.

Valentina Giovagnini: ci sono rimasto veramente malissimo, ricordo che mi colpì molto nel 2002 quando partecipò al Festival di Sanremo nella sezione giovani con "Il passo silenzioso della neve", e non digerii la sua seconda posizione dietro ad Anna Tatangelo che allora, sconosciuta, sembrava che avesse vinto più che altro per via della sua giovane età, come l'anno prima successe ai Gazosa. Andai a comprare il suo cd qualche giorno dopo e scoprii che era già esaurito, almeno a Latina. Nel corso degli anni ho continuato a seguirla, mi piaceva il suo bjorkeggiare (Bjork è la mia artista preferita in assoluto) e tra gli altri suoi lavori ho apprezzato soprattutto il singolo "Creatura nuda". Quando fare radio mi piaceva ancora passavo abbastanza spesso le sue canzoni, e avevo anche una mezza idea di intervistarla prima o poi. E chi se lo immaginava che avremmo avuto così poco tempo...

Grazie di tutto a tutti e tre.

Spero che Eartha Kitt mi perdonerà se il brano che ho scelto per ricordarla è questo, se esiste un aldilà saprà già dei miei terribili gusti musicali
Eartha Kitt & Bronski Beat - Cha Cha Heels

Edmund Purdom in "Fracchia Contro Dracula"

Valentina Giovagnini - "Il passo silenzioso della neve"

venerdì 2 gennaio 2009

Imdb per tutti

Ed ecco il secondo post non personale del 2009, una garbata marchetta al mio amico Francesco Massaccesi che da qualche giorno ha, finalmente, la sua pagina su imdb. Al momento la pagina è ancora incompleta, infatti mancano alcune esperienze di regia e di sceneggiatura, ma piano piano si aggiungerà tutto.
Tutti i registi che visitano questo blog (so per certo che lo fanno Jim Jarmusch, Jean-Jacques Annaud e Wong Kar Wai), devono approfittarne subito e contattare Francesco per interpretare qualche loro opera.
http://www.imdb.com/name/nm3221652/
http://www.imdb.com/name/nm3221652/resume

Visto che ci sto linko pure Showreel, cortometraggio scritto, interpretato e diretto (con Stefano Di Lorenzo) da lui, e il trailer di Bumba Atomika

giovedì 1 gennaio 2009

Horror Hit #2: Road Warriors - ???

Quando ho comprato il doppio dvd con la storia dei Road Warriors (per chi non lo sapesse è uno dei tag team più potenti della storia del wrestling, per molti il tag team più potente della storia del wrestling) credevo di aver comprato un discreto documentario (quelli della World Wrestling Entertainment sono sempre piuttosto edulcorati, quando non proprio manipolati) e un'ottima raccolta di incontri (e in questo la WWE possiede una library veramente insuperabile), ma mai mi sarei aspettato di trovare un nuovo amore: la canzone più brutta del mondo.
Non so bene quando sia stata realizzata e per quale ragione, anche perché è stata inclusa nei dvd come ultimo degli extra (difatti io l'ho visto dopo molti giorni, e lo avevo snobbato pensnado a un video di tributo), e non c'è nemmeno una nota che spieghi come mai queste due divinità del ring si siano cimentate in un campo a loro così ostico. Anzi, non c'è nemmeno il titolo della canzone.

Se la musica è banale e sciatta, il testo del brano e l'interpretazione dei due lottatori la rendono un cult assoluto. Machismo esasperato, minacce nemmeno tanto velate a chiunque avrà la sfortuna di trovarsi sulla loro strada, e una certezza: se James Dean fosse lì parteciperebbe alla rissa!
Tra i lotattori presenti nel videoclip c'è anche Jerry “The King” Lawler (Hawk si rialza dopo aver subito un suo piledriver come se non fosse successo nulla), anche lui affascinato dall'ambiente musicale tanto da aver pubblicato alcuni dischi, che però purtroppo non ho mai ascoltato.

Godeteveli